Un doppio filo collega questo brano a Mismedo. Qui l'ispirazione tratta dal brano originario è presente con un rintocco di campana iniziale che evoca un'atmosfera mistica.
Il brano è stato concepito per la prima esecuzione assoluta il 16 giugno 2017 a Barcellona PG e replicato un mese dopo a Berlino.
Guida all’ascolto
Il brano che conclude l'album non è una semplice traccia inserita per completare il lavoro ma una vera e propria sintesi del pensiero di Fracargio. Anzi, di più: completa il lavoro e getta le basi per il futuro. Certamente allora non potevamo sapere che sviluppo avrebbe avuto il nostro pensiero artistico, ma alla luce di quello che sarà la prossima uscita possiamo dire che è un lavoro profetico.
Ma andiamo per ordine.
Il suono della campana iniziale ci fa tornare nell'atmosfera mistico-religiosa dei primi due brani, ribaltandone, però, la prospettiva: non siamo all'interno del suono, ma all'esterno, come osservatori.
Ancora una volta l'inizio del percorso è dato da un rumore: al minuto 1:20 il respiro di Francesco Lipari dà inizio ad un percorso lento ed inesorabile che ci condurrà alla scoperta di un mondo fatto di suoni, rumori, canti che presto faranno parte del nostro immaginario.
Nel frattempo il suono della campana, che sentiamo anche alla rovescia, comincia lentamente a fratumarsi, a diventare frastagliata fino quasi a dileguarsi in polvere sonora mediante la tecnica della granulazione. Tutto si mescola con i suoni-rumore prodotti dall'esecutore che prosegue nel percorso di avvicinamento al suono strumentale.
Suono strumentale che arriva, intorno al minuto 6:30, dal vibrafono suonato con l'arco del violino: una tecnica estesa dello strumento che ne trasforma l'inviluppo temporale, ma lasciandone sostanzialmente immutata la componente timbrica. Tale suono viene immediatamente catturato dalla componente elettronica ed ulteriormente elaborato.
Poco prima del decimo minuto l'atmosfera si fa quasi onirica. Vari oggetti sonori si mescolano in un'aura statica e senza una meta precisa, fino a che il ritorno del suono della campana segna l'ingresso del canto sulla scena. La voce di Francesco sembra cercare l'intonazione di un canto come se emergesse dalla sua memoria ancestrale: un canto semplice, quasi una nenia infantile, ma dalla forza espressiva vibrante.
Ed al minuto 12:30 eccolo, emergere come un fantasma dal passato, il canto del Miserere nel canto siciliano fa la sua comparsa e chiude il cerchio del percorso di cui parlavamo all'inizio.
È da qui che Fracargio è partito per la sua ricerca sonora nel lavoro che seguirà Agni Parthene. Un percorso che vede la lingua siciliana e l'essere siciliano al centro della sua riflessione artistica nel tentativo ambizioso di svincolare questa lingua e la sua cultura dal ghetto del solo folklore cui sono ingiustamente posti.