Cuntimi… è un progetto visionario in più volumi.
L'opera è rivolta in particolare ai ragazzi, ma anche ai grandi che ne conservano lo spirito.
La lingua scelta, comunemente chiamata dialetto (magari con un ghigno di scherno), nasce dal bisogno di custodire un tesoro in pericolo pur rimanendo strumento autonomo di espressione artistica.
Strumento soprattutto di reazione all'omologazione culturale dilagante, per cui le differenze sono un peso e ciò che non produce utile è da rifiutare.
Le storie raccontate sono patrimonio dell'umanità intera e non di una singola comunità.
La lingua regionale non è qui al servizio del folclore: è veicolo di manifestazione del pensiero a tutti gli effetti, anche se per svariate ragioni storiche non ha lo status di lingua ufficiale.
Il siciliano impiegato punta ad essere una koinè di tutto il popolo che lo custodisce e non la parlata di una limitata area linguistica.